637 Gesù: “Nessun profeta è bene accetto in patria) (Luca 4, 24) (Lunedì III Settimana Quaresima). 13/03/2023
637 Gesù: “Nessun profeta è bene accetto in patria) (Luca 4, 24) (Lunedì III Settimana Quaresima).

Dal Vangelo Secondo San Luca.

In quel tempo, giunto Gesù a Nazaret, disse: “Nessun profeta è bene accetto in patria. 25 Vi dico anche: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; 26 ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone. 27 C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro”. 28 All’udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; 29 si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. 30 Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò (Luca 4, 24-30).

Luci sul Vangelo.

La Portavoce: “L’Evangelista Luca ci racconta che, in Quel Tempo Gesù, Arrivato a Nazaret, disse al popolo che era radunato nella Sinagoga: “In Verità vi dico nessun Profeta è bene accetto in patria”.
Gesù parlava anche di Se Stesso, perché il Suo Cammino è stato sempre combattuto, contrastato e, non basta, oltraggiato, scacciato, deriso e condannato.
Quanta stoltezza negli uomini: più erano e si reputano sapienti, e più sono così innalzati, che non riescono a comprendere la Verità e l’Opera del Padre e del Figlio.
Gesù Raccontò degli Episodi.
Disse: “C’erano molte vedove in Israele, al tempo di Elia, quando il Cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi, così da dover sperimentare una carestia in tutto il paese e a nessuna vedova fu Mandato Qualcuno, se non ad una vedova di Sarepta in Sidone”.
Cosa voleva dire Gesù? Che, nonostante vedove bisognose, non venivano Soccorse per la poca fede, la poca umiltà e la tanta ribellione davanti alla morte.
C’erano anche molti lebbrosi in Israele al tempo del Profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato, se non Naaman, il siro. Anche qui c’è stato tanto peccato e poco pentimento e mancanza di fiducia nel Signore, se non nel generale Naaman, che ha Accolto il dire di una serva, che lo ha condotto, dopo vari passaggi, alla casa di Eliseo, che gli mandò a dire di andare a bagnarsi per sette volte nel fiume Giordano e fu guarito.
Cosa ci insegna? Il mettere in Pratica l’Umiltà, il Sentirsi Bisognoso di Soccorso lui, valoroso con le armi, ma incapace davanti alla lebbra, ha Chiesto Soccorso Spirituale ed è stato Graziato.
Nell’udire Queste Cose nella Sinagoga, tutti furono presi da sdegno, fino a cacciare Gesù fuori dalla città, Lo condussero fin sul ciglio del monte dove era situata la loro città, per gettarLo nel precipizio.
Ma Gesù, Passando in mezzo a loro, se Ne andò.
Il Cogliere quanto i potenti della terra nulla possono Davanti alla Volontà del Padre, Gesù, Che aveva Esordito dicendo: “Nessun Profeta è ben accetto in patria”, che Tutto si svolse così come aveva Profetizzato.
C’era solo un Piccolo-Particolare, che i grandi del tempo non hanno tenuto conto: che la Missione di Gesù non era nelle loro mani, ma Sotto la Guida del Padre Celeste.
Badate Bene, che l’uomo può arrivare Fin Dove Dio Lo Permette, ma se Dio ha Stabilito una Missione sulla Terra, con un Prescelto/a, nessuno può fermare l’Opera dei Cieli, nonostante il Cammino possa essere Irto”.
(13.03.2023 Lunedì. S. Eufrasia, Martire. S. Ansovino).


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