385 Santa Rita: “Oh, Signore, guardo la Tua Sofferenza”. 08/05/2015
385 Santa Rita: “Oh, Signore, guardo la Tua Sofferenza”.

Santa Rita: “Oh, Signore, guardo la Tua Sofferenza e il mio Cuore piange tanta amarezza.
Vedo il Tuo Costato e Quanta Grazia sgorga.
Soffro, Signore, ho tante pene che mi rincorrono alla mattina, alla sera, perché non Ti accolgono in Tutta la Tua Misericordia. Mi danno Sofferenza le Mie Sorelle, ma le comprendo, l’aprirsi a Te, Signore, è un passare per le Sofferenze della Croce e non tutti vogliono incarnare la Tua Testimonianza.
La Luce fa indietreggiare non perché spaventa, ma perché non ci si vuole spogliare delle false verità di peccato, che le portiamo come giuste e sante, invece sono così ingannevoli.
Signore, soccorrici! Aiuta noi, piccoli figli in preda alle tempeste dei frutti della nostra iniquità.
Signore, ti chiediamo umilmente di accogliere i nostri peccati, non vogliamo più difenderli.
Ma affidarTeli per risorgere nel Tuo Amore.
Signore, abbi pietà delle nostre pochezze umane.
Prendici per mano e rafforzaci nella Tua Gloria.
E così sia!” (03.08.2014 Domenica. S. Lidia. S. Martino).

Luci sul Messaggio.

1 > Santa Rita: “Oh, Signore, guardo la Tua Sofferenza”: il Contemplare della Santa, Davanti all’Immagine della Croce.

2 > “e il mio Cuore piange tanta amarezza”: s. Rita legge il Linguaggio del suo Cuore.

3 > “Vedo il Tuo Costato e Quanta Grazia sgorga”: s. Rita sta guardando Quella Croce, ma il suo Vedere è così Profondo, è un Riflesso dello Specchio della sua Anima, il

VEDERE CON GLI OCCHI SPIRITUALI.

4 > “Soffro, Signore”: s. Rita, Che si pone Davanti alla Sofferenza del Signore, si eguaglia in Quella Sofferenza: Il suo subire le ingiustizie, la cattiveria delle Consorelle che La rincorre.
Non c’è giorno che Lei non subisce una ferita: la sua Umiltà che, di continuo, viene attaccata.

5 > “ho tante pene che mi rincorrono alla mattina, alla sera”: le pene che Le vengono inflitte, per il Grande Amore Che ha per il suo Sposo.
Quando si incontra l’Amore Divino e il volerLo servire per sentirsi Ricolmo, quanto diventa difficoltoso vivere insieme agli altri, perché non si è capiti, perché la Luce viene sempre contrastata.

6 > “perché non Ti accolgono in Tutta la Tua Misericordia”: s. Rita si duole per la poca fede, per coloro che non riescono a guardare la

VIA DELLA LUCE
E QUANTA MISERICORDIA CONTIENE.

7 > “Mi danno Sofferenza le Mie Sorelle”: Questo è il riportare di s. Rita Davanti a Quella Croce: quella Verità che Le dà Dolore, La fa soffrire ma, consegnandola al Signore, quella pena si allevia.
Santa Rita, Che ha sperimentato e Che ci lascia come Insegnamento Questa

DOCILITÀ DI CHIEDERE SOCCORSO AL
PADRE,
DOVE ESSA TROVA RIFUGIO E CONSOLAZIONE.

Dona le sue amarezze, per rendere libero il suo stato d’Animo, per ridare Quel Giusto Respiro di Perdono e di Servitù a quelle Consorelle che tanto La contrastano.

8 > “ma le comprendo, l’aprirsi a Te, Signore, è un passare per le Sofferenze della Croce”: Quanto era Tutto Chiaro in s. Rita: il Donare la sua Vita al Signore, si era caricata di un Pezzettino di Croce, un po’ di Quelle Sofferenze che si attraversano

QUANDO SI ABBRACCIA QUELLA
CROCE
E LA SI VUOLE SERVIRE IN VERITÀ E AMORE.


9 > “e non tutti vogliono incarnare la Tua Testimonianza”: s. Rita coglieva tutta la difficoltà, la fatica di incarnare la

VERA FEDE,

perché non tutti quelli che dicono: “Signore, Signore” dà testimonianza di volerLo servire.
Solo Quando Lo si vuole servire e seguire in Pienezza che si sperimentano tante difficoltà con coloro che ti circondano, quelle tentazioni, quella cattiveria che si concretizza attraverso il prossimo, che siano esse Consorelle, che siano essi Confratelli, che siano essi Figli di Dio.

10 > “La Luce fa indietreggiare non perché spaventa”:

QUELLA LUCE CHE FA DA SPECCHIO,

Che ti tormenta l’Anima, per le grandi resistenze che l’Uomo pone.
Non è la Luce Che fa paura, ma il peccato che si riflette in Quella Luce che terrorizza.
Nessuno è pronto a fare: “Mia colpa”, nessuno è pronto a chiedere Perdono e qui si inserisce il male e ti fa indietreggiare, non vuole che incontri Quella Luce.
Gesù mi fa vedere la menzogna e l’inganno del maligno, che si finge amico e salvatore, pronto a difenderti, a deviarti e non ti dà di capire l’inganno.
Quanta Sofferenza in s. Rita perché coglieva questo nelle sue Consorelle, mentre Lei voleva dare Testimonianza di Quanto, incontrare Quella Luce, ti purifica e ti riempie d’Amore.

11 > “ma perché non ci si vuole spogliare delle false verità di peccato, che le portiamo come giuste e sante, invece sono così ingannevoli”: se ogni Figlio imparasse ad attingere dalle Verità Divine, imparerebbe a fare il Discernimento di Ciò Che è Giusto.
E di ciò che è sbagliato.
Di Ciò Che è Gradito a Dio.
E di ciò che offende Dio.

12 > “Signore, soccorrici!”: la Supplica di s. Rita, una Supplica Che parte dall’Anima, in Tutta la Sua Bellezza, in Tutta la Sua Umiltà.
È una Supplica d’Amore, è una Supplica Che arriva al Padre, Quella Supplica Che L’ha Coronata di Santità come Risposta dal Padre.

13 > “Aiuta noi, piccoli figli in preda alle tempeste dei frutti della nostra iniquità”: s. Rita ci insegna come

AVVICINARCI A QUELLA CROCE,

come affidare quelle tempeste interiori, consegnarle nelle sue Mani e attendere da Lui Che lava, Che scioglie, Che perdona e Che ci ridona la Quiete.
Il Tutto Ricolmo di Quell’Affidamento:

FIDARSI DEL SIGNORE, PERCHÉ È L’UNICO CHE NON DELUDE MAI.

14 > “Signore, ti chiediamo umilmente di accogliere i nostri peccati”: l’Invito di sentirci e di vederci nel Modo Giusto:

SIAMO TUTTI PECCATORI,
RICONOSCERLO IL PECCATO FA DI NOI DEI
GIUSTI,
PERCHÉ PASSA LA
GIUSTIZIA DI DIO,
CHE CI RIFÀ NUOVI.

Partire sempre dalla Verità di ciò che portiamo, non confondere e non inquinare dando falsa testimonianza anche a noi stessi, assolverci da soli da quei peccati con giustificazioni false.

LA VERITÀ È UN ATTO DI CORAGGIO:
BEATI COLORO CHE LA CHIEDONO COME GRAZIA, COME DONO,

per non essere inghiottiti dalle iniquità e dalla malvagità del male.

15 > “non vogliamo più difenderli”: questo insegna s. Rita, a non difendere i nostri peccati, ma a portarli alla Luce, altrimenti ci feriamo soltanto.
Per sciogliere il peccato bisogna riconoscerlo, altrimenti leghiamo le Mani al Padre, non può venirci in Soccorso.

UNA PURIFICAZIONE SINCERA PUÒ RIDARTI LA LUCE.

16 > “Ma affidarTeli per risorgere nel Tuo Amore”: che Bella Questa Immagine Che mi danno di vedere: quel buio che viene diradato, Quella Luce Che si espande, ti fa star Bene, il Signore, Che ti riempie d’Amore, dopo aver fatto Spazio.

QUANTO È BELLO IL VIALE DELLO SPIRITUALE,
QUANTO TI INSEGNA E QUANTA BELLEZZA TI DONA LA
SAPIENZA DEL PADRE,
CHE SI È DONATO ATTRAVERSO S. RITA, PER ESSERE
DONO DI LUCE
A TUTTI QUEI FIGLI CHE HANNO SETE E FAME DI VERITÀ DIVINA

17 > “Signore, abbi pietà delle nostre pochezze umane”: Queste Parole suscitano un Velo di Tristezza: Quanto ci è stato Donato. E quanto si è spento nell’Uomo: Tutte Quelle Verità, Tutto Quel Sacrificio, ecco, il rendere vano la

TESTIMONIANZA DEL SIGNORE,
CHE È VENUTO AD ABITARE IN MEZZO A NOI PER ISTRUIRCI.

Cosa ne è stato di Tutta Quella Grazia?
Quanto, nel corso del tempo, Quelle Parole Le abbiamo svuotate, rendendoLe sempre di più a nostro piacimento.

18 > Prendici per mano”: la Richiesta di s. Rita è una Speranza Che nasce in Lei come Dono d’Amore per tutti i Figli di Dio. Lei chiede per tutti quelli che non sanno chiedere, Lei intercede per tutti quelli che non vogliono ascoltare, affinché il Padre guarisca i Cuori inariditi e Quella Fiammella riprenda Vigore.

19 > “e rafforzaci nella Tua Gloria”: afferrare la Mano del Maestro, per ritrovare Quella Via, Che conduce e riporta la

GLORIA AL PADRE.

20 > “E così sia!”: un Dolce Ascolto e una Dolce Medicina di Guarigione.


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4 > “Soffro, Signore”: s. Rita, Che si pone Davanti alla Sofferenza del Signore, si eguaglia in Quella Sofferenza: il suo subire le ingiustizie, la cattiveria delle Consorelle che La rincorre.
Non c’è giorno che Lei non subisce una ferita: la sua Umiltà che, di continuo, viene attaccata.

Commento.

Ci troviamo a Roccaporena, il paese dove è nata s. Rita; nella sua casa c’è una piccola Cappellina, in cui c’è un quadro, che La rappresenta Assorta in Preghiera davanti a Gesù Crocifisso.
Sulla sua Fronte porta una Spina della Corona di Gesù.
È così Rapita dalla Contemplazione di Quelle Sante Sofferenze, da dimenticarsi totalmente di Sé.
Eppure s. Rita la Sofferenza l’ha conosciuta, l’ha avuta a compagna fin dalla più tenera età. La prima sofferenza l’ha sperimentata proprio in famiglia: desiderava ardentemente consacrarsi al Signore, ma i suoi genitori la costrinsero a sposarsi, con una persona scelta da loro e non dalla Giovanissima Rita.
La sofferenza la ritrova nella sua famiglia, perché il marito è violento dentro e fuori casa. Ma Rita sa a Chi rivolgersi, a Quel Mite Agnello, Crocifisso Innocente per i nostri peccati e da Lui impara ad usare le Armi dell’Amore, del Perdono, come insegna il Vangelo, le Uniche Armi del fare del Bene a coloro che ci fanno del male, di benedire coloro che ci maledicono, di donare, senza mai attendersi nulla dall’Uomo, ma Tutto dal Suo Signore.
Rimasta Vedova, dopo che i due figli vennero a mancare, desiderava, finalmente, consacrarsi. Conobbe la Sofferenza del Rifiuto. Non si ribellò, ma continuò a sollevare lo Sguardo sul Suo Signore Crocifisso il Quale, per Miracolo, Le concesse di entrare in Monastero.
La attendeva la Sofferenza più Grande, che crescerà di giorno in giorno, per tutti i giorni della sua Santa Vita. Sperimentò, infatti, tutti gli effetti dell’invidia, della gelosia, della cattiveria.
Ma Lei non si rinchiudeva nel suo dolore, bensì continuava a contemplare le Sofferenze del Suo Signore e continuava a imparare dal Divin Maestro come camminare tra le ingiustizie e i soprusi quotidiani.
Ecco la Sua Arma Vittoriosa: non ha mai abbassato lo Sguardo, non l’ha mai distolto dal Suo Signore. La sua sofferenza, per quanto grande, era sempre goccia rispetto al Mare Sconfinato di Sofferenza del Suo Signore; in Quella Sofferenza immergeva la sua e, dimentica di Sé, consolava il Suo Sposo e Signore e, sull’Esempio di Gesù, perdonava chi Le faceva del male. E, come Gesù e con Gesù, anche Lei ha Vinto il mondo e ci ha lasciato un Luminoso Esempio di come anche noi possiamo vincerlo, usando le Armi Che Gesù ci dona, le Uniche Armi Che anche s. Rita ha usato: attingere da Quell’Agnello Quell’Amore Divino Che vince il male e perdonare senza misura.
Santa Rita, infatti, non guardava il Crocifisso con gli occhi fisici, ma con la Luce degli Occhi dell’Anima. In Questa Luce Lei vedeva che la sua sofferenza non era solo sua, ma era già Presente in Gesù. In Quel Crocifisso ritrovava anche la Sofferenza che le sue Consorelle donavano a Quell’Agnello e ritrovava anche le sofferenze di ogni Figlio di Dio di ogni tempo.
Quanto Amore in Quella Croce, Quell’Amore Che ha perdonato tutto a tutti e, con Amore, ha vinto il mondo e l’inferno.
Come piccola discepola, anche s. Rita desiderava seguire le Orme del Suo Santo Maestro e oggi intercede per noi e per ogni persona di buona volontà, perché sulla terra continuino ad esserci Agnellini ricolmi di Pace, di Amore, di Perdono, perché l’Amore del Padre Celeste, Quanto Prima, possa condurre i Suoi Amati Figli ai Nuovi Cieli e alla Nuova Umanità.

Luca 6, 27 “Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, 28 benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. 29 A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica.
30 Dá a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo.
31 Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.
32 Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. 33 E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. 34 E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto.
35 Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi.
36 Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. 37 Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; 38 date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio”.

postato da: fra Lino 09/05/2015


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